I NOSTRI OSPITI D'ONORE
ENRICO MONTESANO
Proviene da una famiglia di teatro: il bisnonno Michele Montesano con il fratello Achille Montesano crearono a Roma una compagnia di operette, mentre il nonno Enrico fu un noto direttore d'orchestra della capitale. Montesano debutta a teatro nel 1966 nello spettacolo Humor nero, al fianco di Vittorio Metz nel piccolo Teatro Goldoni, come imitatore. Nella stagione successiva (1967/1968), con la collaborazione di Leone Mancini, inizia la sua attività di cabaret al Puff noto cabaret della capitale.
Il debutto in televisione porta la firma di Castellano e Pipolo e si intitola Che domenica amici, varietà che va in onda nel 1968 per la regia di Vito Molinari condotto da Raffaele Pisu. L'attività teatrale prosegue invece con la stagione de Il Bagaglino, ospite fisso insieme a Gabriella Ferri nello spettacolo Tiette la cica, verso la fine degli anni sessanta. È proprio qui che inizia un sodalizio artistico con la Ferri, che lo porterà nel 1970 ad essere uno dei conduttori del programma musicale Senza Rete e nello stesso anno in gara a Un disco per l'estate, mentre nel 1971 torna a teatro con Homo Cras.
Nel 1968 debutta anche in radio col programma Felice allegria, nel quale interpreta uno dei suoi personaggi più apprezzati. Nel 1972 incide anche il suo primo 45 giri Fortuna sì, Fortuna no grazie a Guido e Maurizio De Angelis, che riscuote discreto successo, ma rimarrà comunque un'attività marginale della sua lunga carriera.
Da lì in poi la sua carriera si sviluppa tra il piccolo schermo e il teatro, mentre al cinema non conosce ostacoli. Debutta sul grande schermo nel 1967 partecipando ai film Stasera mi butto, Io non protesto, io amo e Nel sole (qui doppiato da Angelo Nicotra), collaborando più volte fino ai primi anni settanta con registi come Sergio Corbucci, Ruggero Donato e Aldo Grimanldi. Nel 1971 partecipa a due trasmissioni di successo, Teatro 10 e Canzonissima nelle quali dimostra le sue qualità di imitatore. In Rai è attivo negli anni settanta nello special Io non centro, successo seguito dai fortunati Dove sta Zazà e Mazzabubù in coppia con Gabriella Ferri e nei quali i due sperimentano il cabaret sul piccolo schermo. Come attore ottiene i primi ruoli di rilievo con Boccaccio e Il prode Anselmo e il suo scudiero diretti da Bruno Corbucci, e poi con Amore vuol dir gelosia di cui è anche sceneggiatore.
Nel 1977 vince un David di Donatello Speciale e nello stesso anno torna in televisione sulla Rete 2 col varietà Quantunque io, di cui è mattatore assoluto, sfornando i suoi personaggi più famosi e le sue imitazioni più famose. Grazie al programma, del quale è coautore dei testi insieme con Ferruccio Fantone, Montesano fa vincere a lui ed alla neonata seconda rete il premio internazionale per la televisione la Rosa d'oro di Montreaux. Gli anni settanta sono caratterizzati dal punto di vista recitativo da film come Tutto suo padre, L'Italia s'è rotta, Febbre da cavallo e Il marito in collegio.
Tra il 1979 e il 1980 i ruoli di Aragosta a colazione diretto da Giorgio Capitani, de Il ladrone e di Qua la mano, diretti da Pasquale Festa Campanile gli fruttano un premio speciale ai David di Donatello 1980. Nel 1978 Garinei e Giovannini lo chiamano per interpretare il ruolo di Rugantino insieme al Alida Chelli, Aldo Fabrizi e Bice Valori, affidandogli l'anno successivo anche il musical Bravo!, del quale è coautore. Il successo teatrale gli frutta nel 1980 la Maschera dell'Istituto del Dramma Italiano. Grazie a Febbre da cavallo, la sua carriera cinematografica non conosce ostacoli. È del 1982 il ruolo de Il conte Tacchia di Sergio Corbucci accanto a Vittorio Gassman e Paolo Panelli, una delle sue interpretazioni più apprezzate, seguito dal film Grand Hotel Excelsoir, dei registi Castellano e Pipolo.
Nel 1984 collabora con Steno e Gigi Proietti, coi quali aveva già lavorato in Febbre da cavallo, nel film Mi faccia causa e l'anno successivo, grazie al film A me mi piace, vince un David di Donatello e il Nastro d'argento come miglior regista esordiente. Nel 1985 è protagonista in I due carabinieri, accanto a Carlo Verdone. Film che diviene campione d'incasso e vincitore del Biglietto d'oro AGIS.[2], mentre l'anno successivo fa parte del variegato cast de I grandi magazzini A seguire arrivano due film importanti, prima la collaborazione con Mario Monicelli ne I picari e poi quella con Maurizio Ponzi ne Il volpone, insieme a Paolo Villaggio. Nel 1988-1989 conduce la nona edizione del varietà del sabato sera Fantastico accanto ad Anna Oxa, edizione che detiene il record di audience (12 milioni di spettatori) e di vendita di biglietti della Lotteria Italia[3].
Nonostante il successo raggiunto, Montesano continua a dedicarsi al teatro interpretando titoli impegnati e ottenendo risultati importanti. Negli anni novanta dirige e interpreta le due stagioni della serie Pazza famiglia andata in onda su Rai Uno, mentre al cinema recita al fianco di Renato Pozzetto nelle pellicole Piedipiatti (1991) e Anche i commercialisti hanno un'anima (1994). Nel 1997 ha condotto il remake dello storico varietà Fantastico fino alla quinta puntata, quando ha lasciato la trasmissione, ed è stato sostituito da Giancarlo Magalli. In televisione ha anche partecipato alla serie Mediaset L'ispettore Giusti (1999) nei panni di un ispettore di polizia. Nella stagione 1999/2000 ottiene il record di incassi a teatro con lo spettacolo E menomale che c'è Maria![4].
Inizialmente escluso dal progetto, nel 2002 torna a interpretare 'Er Pomata' in Febbre da cavallo - La mandrakata sequel del celebre cult di Steno, diretto dal figlio Carlo Vanzina. Nel 2004 è mattatore assoluto dello show del sabato sera di Rai Uno con lo spettacolo Trash - Niente è come sembra, andato in onda il 24 ed il 31 gennaio con ospiti: Tiziano Ferro, Renato Pozzetto, Nancy Brilli, Nino D'Angelo, Mino Reitano, Gabriella Ferri, Mariagrazia Cucinotta, Richard Galliano e Luciano Gaucci. Il varietà ottiene importanti risultati d'ascolto con più di 6 milioni di telespettatori. Nel 2005 torna in televisione con il film-tv Il mondo è meraviglioso, mentre nel 2009 è nel cast di Ex e nel 2010 di Tutto l'amore del mondo per la regia di Fausto Brizzi.
Nel 2013 torna in teatro con il suo spettacolo C'è qualche cosa in te, riproposto in più occasioni a causa del successo ottenuto. Lo spettacolo è stato trasmesso anche in tv su Rai 1 il 21 agosto 2015.
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SANDRO SABATINI
Inizia la carriera da giornalista in radio e televisione locali alla fine degli anni settanta. È tele-radiocronista per il Montecatini (calcio, serie C2) e per la Panapesca basket e dal 1984 collabora con l'agenzia giornalistica “Tuttocalcio”, diretta da Alfio Tofanelli.
Nel 1987 approda alla redazione milanese del quotidiano “Tuttosport”, per cui segue il Milan dei primi anni della presidenza di Silvio Berlusconi. Nel 1989 diventa giornalista professionista[1] e su Rete 4 lavora nella prima trasmissione di calciomercato in fascia pre-serale (condotta da Sandro Piccinini). Nel 1990 diventa il più giovane giornalista accreditato per la Coppa del Mondo di calcio in Italia.[senza fonte] Nel 1992 il direttore Piero Dardanello lo promuove responsabile della redazione milanese di “Tuttosport”.
Nel 1994 lascia Tutto sport e diventa capo ufficio stampa dell'Inter, incarico che ricopre fino al 2001. In quel periodo l'attaccante brasiliano Ronaldo gli affida la nascita del suo primo sito internet ufficiale.
Nel gennaio 2001 interrompe il rapporto con l'Inter e inizia a lavorare alla televisione lombarda Antenna 3, come conduttore e responsabile della redazione sportiva.
Nel 2004 approda a Sky dove, nel 2008, partecipa alla nascita di Sky Sport 24, il primo canale sportivo all-news. Ha la carica di vice caporedattore e conduce le edizioni del telegiornale soprattutto nella fascia serale. Dal settembre 2013 al maggio 2014 è autore e conduttore della trasmissione domenicale "Stop&Gol" su Cielo, il canale in chiaro di Sky.
Da giugno 2014, per un anno, ha un suo blog ufficiale.[2]
Il 1º maggio 2015 lascia dopo undici anni SKY Sport per diventare direttore della testata online "calciomercato.com"[3], che lascia dal 1º luglio 2015 quando approda a Mediaset Premium per il lancio del nuovo canale Premium Sport.[4]
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VIERI BERTI
Diplomato al liceo classico, l'esordio nell'ambito lavorativo ha luogo nelle case editrici: dal 1984 al 1990, infatti, è redattore, poi capo redattore, dello Studio GE9, e si occupa della redazione di testi realizzati per alcune delle più importanti case editrici italiane, dalla De Agostini alla Fratelli Fabbri, da La Nuova Italia alla Fratelli Alinari. Ma la passione per i cavalli è troppa e, nel 1991, diventa corrispondente dalla Toscana della testata “Cavalli & Corse”.
Figlio d'arte (il padre Antonio è il decano dei giornalisti ippici italiani), oltre a scrivere per “Cavalli & Corse”, Vieri diventa anche lo speaker per gli ippodromi di Montecatini, Firenze e Follonica e della tv ippica. La collaborazione con la società Snai lo porta anche, sin dalla metà degli anni '90, ad essere una delle voci per i campi esteri trasmessi in Italia e il conduttore di trasmissioni realizzate negli studi Snai di Porcari.
La collaborazione con gli ippodromi fa sì che, alla fine degli anni '90, gli venga assegnata anche la conduzione di dirette televisive in esterna, in particolare a San Siro ed a Montecatini, in occasione dei grandi eventi.
Nel 2015 ha realizzato un talk show trasmesso sul web, “Dalla parte dei cavalli”, ed è stato chiamato anche dalla società che gestisce l'ippodromo di Cesena, per fare conduzione televisiva in occasione dei più importanti eventi estivi, e dalla società di Capannelle, come cronista dell'ippodromo di Roma.
Per il giornale on-line www.gaet.it, nel 2014 ha ideato, e tuttora gestisce, la seguitissima rubrica relativa alle prove di qualifica che si svolgono su tutte le piste d'Italia.
Iscritto all'Ordine dei Giornalisti dal 1993 e appassionato ippico da sempre, Vieri ha anche accumulato una quantità enorme di documenti storici che lo hanno poi spinto a creare un sito internet, www.quellideltrotto.it, per dare la possibilità, a tutti coloro che ne avessero desiderio, di chiedere ricostruzioni storiche (albi d'oro, carriera di singoli cavalli ecc.) e, volendo, anche riproduzioni di pagine di giornale di singoli eventi del passato.